Citando le parole della Commissione Europea: “L’emergenza climatica è grave e rappresenta il compito che definisce la nostra generazione”.
Possiamo approfondire questa citazione, senza dilungarci in un’analisi dei processi e degli avvenimenti storici che hanno portato l’uomo a questa situazione, affermando che il cambiamento climatico e il degrado ambientale vanno di pari passo con un degrado morale, etico ed estetico dell’uomo. Il suo distaccamento e alienazione dalla natura sono le conseguenze di una logica industriale e consumista, sostenuta da un dominio tecnico-scientifico che ha caratterizzato gli ultimi 200 anni. Ciò che emerge, inoltre, è una tendenza individualista sempre più forte dell’uomo, caratterizzata da una spinta per lo più egoista, rivolta al raggiungimento della propria unicità, a discapito dell’esigenze e/o interessi della collettività di cui fa parte anche il mondo naturale.
Si, l’emergenza climatica è dunque grave e non devono essere solo le immagini ansiogene di orsi polari scheletrici, di oceani pieni di plastica, dello scioglimento dei ghiacciai a testimoniare la drammaticità della situazione. Questi sintomi provocati dal Climate Change sono da considerare nella loro globalità e il problema reale sono di fatto gli equilibri ecologici che vengono compromessi e che a loro volta possono mettere a rischio la nostra sopravvivenza. Perché se il pianeta riuscirà nel tempo ad attutire i danni provocati dall’uomo, non si potrà dire lo stesso dell’Umanità se si dovesse trovare di fronte alla collera delle catastrofi ambientali.
Inoltre, secondo le previsioni Onu la popolazione mondiale arriverà a toccare i 9,7 miliardi di persone entro il 2050 e circa il 70% vivrà in ambienti urbani. Molteplici ricerche hanno confermato l’importanza di vivere a contatto con la Natura. Per esempio, uno studio su 341 berlinesi condotto dai ricercatori del Max Plank Institute for Human Development di Berlino ha concluso, dopo i test di memoria, ragionamento e le risonanze magnetiche per valutare le aree che processano lo stress, che c’è una relazione importante tra l’ambiente di residenza e la salute mentale. Vivere a contatto con la Natura migliora la funzionalità dell’amigdala, struttura del cervello che lavora nei momenti di stress, e riduce il rischio di malattie mentali e fisiche.
Sono ormai anni che veniamo avvisati da scienziati di tutto il mondo sui rischi ambientali a cui stiamo andando incontro, ma immersi in un’epoca individualista, dai valori capitalisti e con l’idea che il dominio sulla Natura sia la nostra salvezza, riusciamo a mala pena a percepirli nella nostra quotidianità. Per percepire tali rischi, invece, è richiesta da parte nostra una visione a lunga scadenza e una notevole responsabilità sulle nostre scelte, consapevoli del fatto che quest’ultime avranno conseguenze sulle generazioni future.
Se ad oggi abbiamo fatto poco per la diminuzione dell’emissioni di Co2 e per altri importanti obiettivi (auto elettriche, raccolta differenziata di rifiuti ecc.), siamo ancora fermi in termini di educazione ecologica, necessaria per stravolgere completamente il nostro stile di vita.
L’ecologia sviluppa, infatti, un pensiero che si contrappone con l’ultima epoca caratterizzata dall’iper-specializzazione, poiché è una materia transdisciplinare e richiede nozioni differenti quali geografia, geologia, clima, chimica, fisica, zoologia e le scienze umane che ci permettono di approfondire il rapporto tra l’essere umano e la natura. Ed è proprio questo il più grande compito della nostra generazione, conciliare lo spirito dell’uomo con la natura.
Siamo capaci di emozionarci di fronte alla bellezza della natura in ogni sua manifestazione? Come pretendiamo di salvaguardare il Pianeta se i nostri occhi non sono in grado di vedere il bello nel naturale ambiente che ci circonda? Le immagini angoscianti dei disastri ambientali che ormai costantemente ci ricordano che viviamo in un’emergenza climatica, molto spesso hanno un effetto ansiogeno, soprattutto sui bambini, inermi di fronte ad una tanto rimarcata disperazione. Se vogliamo davvero un cambiamento, questo avverrà solo tramite una rinnovata educazione, in grado di insegnare a noi e ai nostri figli che l’umanità ha bisogno di ritrovare la sua integrità con la Natura. Tutti ci sentiamo sospesi e ammaliati in quel momento in cui i paesaggi si mostrano a noi spontaneamente attraverso scenari pittoreschi, come un tramonto in riva al mare o un panorama visto in alta quota. Le emozioni suscitate da queste immagini devono essere riscoperte e coltivate nella memoria dell’uomo, in modo tale da inserirle in tale progetto educativo, capace di dar valore ad un incanto della Natura tanto quanto ad un gesto di cura materno.
(Articolo scritto da Zonca Simone per la rivista “Riscopri l’Ossola” realizzata da Ossola news: http://www.ossolanews.it/adv/riscopri-lossola-28383.html)